Dojo    道場

Il luogo dove si pratica Karate si chiama DOJO  e letteralmente significa “Luogo (JO) dove si segue la Via (DO)” in cui l’ideogramma “DO” assume il significato di “percorso, cammino” inteso come crescita personale.

Secondo la tradizione del “BUDO” (la via marziale giapponese che conduce alla pace) il DOJO è vissuto come una seconda casa (KAN)  nella quale, attraverso la pratica marziale, si esplicano e affinano valori come il rispetto, l’amicizia,  lo spirito di sacrificio, il coraggio e l’umiltà, la gentilezza, l’accoglienza e la solidarietà.

Suharikan_dojo

La conduzione del DOJO e le direttive per il buon andamento dello stesso sono di competenza del MAESTRO (SENSEI = letteralmente colui che ha iniziato prima, che ha più esperienza e che non insegna solo nozioni,  ma può trasmettere agli Allievi la sua conoscenza, anche di vita).

Non sono sufficienti dieci o venti anni di pratica, né essere un valente esecutore, per diventare Sensei. Solo dopo i quarant'anni, sulla base dell'autodisciplina, della conoscenza di sé, delle proprie risorse e dei propri limiti, ci si può avvicinare a quel sapere che va oltre l'abilità: SU HA RI.

Al Sensei sono dovuti assoluto rispetto e devozione e altrettanto deve il Sensei ai suoi Allievi. Nel Dojo ogni differenza sociale, culturale o religiosa scompare ed il Sensei considera tutti gli Allievi sullo stesso piano.

Nella conduzione del Dojo il  Sensei può avvalersi dell’aiuto degli allievi più anziani di grado (Senpai). Questi ultimi hanno un ruolo strategico perché rappresentano l’esempio che devono seguire gli altri praticanti. Quando un Senpai ha un atteggiamento arrogante, irrispettoso  o malizioso diventa un brutto esempio e crea un danno a tutta la scuola.

LA SCUOLA WADO HA CONDENSATO NELLE SEGUENTI REGOLE FONDAMENTALI (DOJO KUN) IL COMPORTAMENTO DA ASSUMERE NEL DOJO.

REGOLE DEL DOJO

D O    J O     K U N

道  場  訓

  1. HITOTSU: REISETSU O MAMORI: tenere nel Dojo le buone maniere;
  2. HITOTSU: SHINGI O OMONGI: avere rispetto per le regole del Dojo e per il Maestro;
  3. HITOTSU: JOJITSU NI OBOREZU: nel Dojo il Maestro e l’allievo hanno posizioni distinte. Sia l’allievo che il Maestro devono rispettarsi, senza approfittare della loro posizione;
  4. HITOTSU: SHIN KEN MI NI TESSEYO: nel Dojo essere sempre seri e attenti, non scherzare, non ridere, essere rispettosi verso chi insegna e chi apprende.

SALUTO

REI NI HAJIMARI REI NI OWARU

空 手 道 は 礼 に 始 ま り 礼 に 終 る 事 を 忘 る な

La pratica delle arti marziali giapponesi inizia e finisce con un saluto.

Quando si entra e si esce dal Dojo si saluta con un piccolo inchino (REI).

saluto

La lezione di Karate si apre e si chiude con un saluto seduti sulle ginocchia (Seiza). Si salutano i Maestri (Sensei ni rei) e gli allievi si salutano tra loro (Otagai ni rei) come segno di rispetto, buoni propositi e soddisfazione per l’allenamento.

saluto_Elisa

Questo concetto è una parte integrante del “BUDO” (o Arte Marziale) e senza di esso il Budo può impoverirsi come una rissa da strada. Il praticante deve rispettare questo cerimoniale per diventare una persona migliore.

MOKUSO

1xPrima dell’ allenamento e terminato l’allenamento  si può praticare  “MOKUSO”, normalmente in posizione seduta (SEI-ZA).

E’ un momento di rilassamento e di attenzione su se stessi per liberare la mente e praticare sereni.

Tale pratica ha sicuramente derivazione ZEN ma non occorre alcuna religiosità per trarne benefici.

 

 

 

 

KARATE NI SENTENASHI

空 手 に 先 手 な し

I giapponesi considerano questa massima un punto basilare ed essenziale del Karate.

Significa che il karateka non deve mai attaccare per primo, né fisicamente né mentalmente. Per comprendere appieno questo concetto sono necessari anni di duro e corretto allenamento. Il karateka deve migliorare, assieme all'abilità tecnica, anche le buone maniere e l’etichetta, sia esternamente che, ancor più importante, internamente. Il  concetto di “Karate ni sentenashi” include un intenso e corretto allenamento ed una corretta etichetta del Dojo.

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